Wooo! Hai visto The Neon Demon? Che figata, proprio un figo questo Refn. Proprio figo questo Refn che lavora ormai da 10 anni, che non ha mai fatto il salto di qualità se non nella sua testa. Ma noi non ci mettiamo a sbattere i piedini assieme alle ragazzine per la prima melodia dolce che esce dall’ukulele di un sexy hipsterello.

Sento parlare troppo spesso di Nietzsche, Kant, Hegel, Benjamin Franklin e la madonna di Medjugorje da gente che massimo massimo aveva 7 in filosofia a fine anno. Ammettiamo pure che il sexy hipsterello si diletti per davvero affondato nella sua poltrona con la stele di Rosetta in una mano e la Fenomenologia dello Spirito nell’altra. E ora ammettiamo che a te piaccia davvero sbattere i piedini e non lo fai solo perché a vibrare è la cassa armonica di un ukulele. Ma tu fatti un esame di coscienza, siediti, respira e chiediti “ma io che grancazzo ne so?”

“Ma lui che grancazzo ne sa?”

“Ma esiste qualcuno che ne sappia un grancazzo di qualcosa?” e smettila di osannare l’ignoto.

Che poi qui non si vuole entrare nel merito dell’architettura del cervello di Kant piuttosto che del Rasoio di Occam e non si vuole nemmeno entrare nel tuo o nel mio merito, cerchiamo solo di essere oggettivi riguardo quello che vediamo e riguardo quante volte lo abbiamo già visto.

Mads Mikkelsen è brutto, sporco, mena, ammazza, non gliene frega un cazzo di nessuno ma poi si ferma ad accarezzare Bambi

10 minuti buoni di Scandinavia brulla e fredda (che poi è la scozia), e poi sti due barbaracci che si menano nel fango. Fu il mio primo film di Refn in assoluto, “Refn ha i controcoglioni”. Mads è una sorta di gladiatore dei poveri, vedi un paio di duelli e tra una scena più o meno velata e l’altra capisci che il Blitzkrieg è finito. Capisci che Mads si sta per liberare e iniziare la sua patetica vendetta piuttosto che salvare una patetica principessa per conto del miglior offerente. “Si insomma che cazzo mi aspettavo?” dopotutto volevo vedere vichinghi che si tagliavano a pezzi e si menavano di brutto e nei primi 10 minuti credevo di aver avuto solo un assaggio della brutalità, del disinteresse e dell’amoralità di questo film. “Sì Refn ha decisamente i controcoglioni”.

Mads ammazza tutti i suoi aguzzini, Mads però è troppo apatico, non è che per caso siamo di fronte ad una sorta di Rambo fatto bene? Fiuu, no per fortuna. Però perché Refn lo fai? Perché stai inquadrando troppo spesso quel bambino? E Mads lo raccatta. I due vagano, tacciono, siamo di fronte ad un film esistenzialista (?), vabbè poco male. Refn è bravo a usare le telecamere, Refn è bravo coi tempi, Refn ha gusto estetico.

Poi arrivano al cospetto di un gruppetto di tizi che a quanto pare hanno appena devastato un villaggio, in bella vista ci sono i corpi carbonizzati, (godevo). I tizi si presentano, “hey ciao, siamo CRISTIANI… le sirene suonano, la Luftwaffe è alle porte della città, raccatti quello che puoi e corri al rifugio, è pieno, ma ormai gli Heinkel sono vicini, si sente il rombo, corri alla metropolitana, ma è lontana, hai paura di non farcela…

Hai paura, perché Refn è appena caduto, e hai paura che non si rialzi più. Non siamo di fronte a Rambo, non siamo di fronte a Conan il barbaro ma siamo di fronte ad una storia che perde tutto il mordente nel momento stesso in cui nasce.

E sappiamo che quei cristiani saranno cattivoni e ipocriti, sappiamo che prima o poi entreranno in contrasto con Mads e moriranno ammazzati e umiliati. Capiamo che Refn la domenica in chiesa non ci va ma non è poi che ci interessi più di tanto, anzi…

Ma ormai il film è cominciato, non si lasciano le cose a metà, i Cristianacci allora parlano di andare in terra santa, ma in che anno siamo? Scusate se faccio il pignolo ma non mi puoi mischiare il X secolo con il VII. Si capisce che il film ha deciso di trascendere completamente la realtà per diventare la parabola personalissima di Refn.

Poi ci sorbiamo l’ennesima reinterpretazione dell’Ancient Mariner come ogni buon film in cui c’è acqua e barche. Arrivano finalmente in terra santa (in america), e qui ho peccato, ho smesso di guardare il film perché era diventato insostenibile.

Tiriamo le somme dunque

Si potrebbe dire che io abbia valutato basandomi su parametri soggettivi, può dare più o meno fastidio l’infantilità di Refn che permea questo film. Ciononostante non è assolutamente soggettivo che Refn sia mitizzato e sopravvalutato nonostante le sue numerose cadute di stile. Forse la sua fortuna da cineasta ibrido tra hollywood e il cinema wannabe intellettuale è quella di provenire dalla fredda ed esotica Danimarca…